Prof. Ing. Francesco Grianti

Circuiti Logici Circuiti Integrati Teoria Applicazione
L’elettronica Digitale ha il suo grande esordio nella tecnologia con la nascita dei circuiti integrati, dei piccoli chip di plastica che contengono al loro interno diversi tipi di funzioni logiche che fino ad allora si realizzavano con una serie di contatti ON OFF molto ingombranti e dispendiosi in termini energetici. Non vi erano ancora testi che ne diffondessero le applicazioni perché normalmente chi scrive di Elettronica resta sempre un poco criptico e naviga abbondantemente nella teoria poco apprezzata nel mondo tecnico cui interessa più sapere il “come si fa” senza tante ulteriori spiegazioni. Nel frattempo pubblicavo alcuni articoli di applicazioni pratiche sulla rivista americana Electronics e fu così che dopo l’uscita della vignetta ( a fianco) riportata su questa rivista la ditta americana Texas Instruments mi inviò in omaggio un serie di nuovi chips ancora fuori mercato per un valore equivalente di 20.000 dollari chiedendomi solo di applicarli. Da li nacque l’idea di pubblicare questo libro che riassumeva, al tempo in cui lo scrissi, la modalità con cui si realizza una funzione logica complessa utilizzando funzioni logiche diverse e quindi come si costruisce in pratica un circuito elettronico digitale da usarsi all’interno di un sistema di controllo elettronico di una macchina operativa. La cosa interessante fu che questo libercolo dette il via a vari tecnici elettronici locali per intraprendere una attività imprenditoriale autonoma ed una di queste è diventata molto conosciuta a livello nazionale.

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QUELL'ULTIMA PARTITA

Quell’ultima Partita nasce perché voluto così da Luciano De Crescenzo. Ero andato al Rotary Club di Pesaro a fare una conferenza sulla legge di accrescimento dell’Entropia dell’Universo, a quei tempi, parlo del 1987-88, si intravvedevano i primi terribili effetti dell’inquinamento e del riscaldamento del pianeta. C’erano persone come me che profetavano i pericoli incombenti in base a indicazioni scientifiche ma c’erano anche persone, tra cui soprattutto gli imprenditori votati al consumismo, che mi marcavano come una Cassandra del momento che presto sarebbe stata smentita dalla capacità umana di risolvere ogni problema. Purtroppo si illudevano che la ciclicità degli eventi rimettesse a posto ogni cosa ma questo perchè non conoscevano la legge della Morte scolpita a chiare lettere dal secondo principio della Termodinamica. Ma quando feci la conferenza scese un silenzio di tomba e feci capire che il secondo principio della Termodinamica che sta alla base della Legge di accrescimento della Entropia (Disordine) distruggeva ogni tipo di ciclicità che era solo un palliativo contro l’ineluttabile malattia della morte. Lasciai sul tavolo anche le poche paginette dei miei appunti nel caso qualcuno avesse voluto approfondirle.
In quel periodo una mia nipote avrebbe sostenuto l’esame di maturità e avendo voluto portare come autore il filosofo Luciano De Crescenzo aveva ottenuto dalla Mondadori anche il suo telefono. Io non so come si faccia ad avere certe informazioni ma approfittai di questa occasione per chiamare il filosofo scrittore ed invitarlo a Pesaro presso uno dei club Rotary o Lyons per fare una sua conferenza. Mi ricordavo infatti che in uno dei suoi film consigliava fortemente il risparmio contro lo spreco. Lo chiamai e lo invitai ma lui mi rispose che non sarebbe mai venuto a perdere tempo con gente che non sarebbe stata neppure attenta perché più interessata a girarsi tra le dita le molliche del pane. Lo ringraziai per avermi ascoltato e gli chiesi se fosse interessato ad avere i miei appunti circa la conferenza che avevo tenuto al Rotary e lui gentilmente, ma con una certa sufficienza, disse che gli potevo inviare quegli appunti e mi dette l’indirizzo dove spedirli cosa che feci il giorno dopo. Passati circa 15 giorni mi chiamò al telefono dicendo di aver letto gli appunti e che io dovevo andare a trovarlo a Roma perché voleva avere spiegazioni più dirette sull’Entropia. Inizialmente gli risposi che se dovevo andare da tutti i personaggi dello spettacolo che mi cercavano avrei perso tempo e lui rimase un attimo in silenzio e sorpreso, ma subito dopo gli dissi che ci sarei andato facendomi una risata che fu il primo cemento della nostra amicizia. Fu un incontro molto proficuo per entrambi e mi costrinse a scrivere questo libro dicendo che lo avrei dovuto fare proprio a causa della mia fede in Dio sulla cui esistenza lui nutriva molti dubbi. Lo vidi anche una sera in compagnia del Nobel Carlo Rubbia a chiedergli se era proprio vero quello che gli avevo riferito sulla legge entropica e Rubbia naturalmente glielo confermò aggiungendo un "purtroppo". Dopo circa sei mesi mi arrivò il suo libro con all’interno la dedica che ho riportata sull'immagine della sua copertina, ed in seguito fece la prefazione al mio libro venendolo a presentare proprio a Pesaro.
Per quanto riguarda il contenuto del libro credo che la recensione fatta da Raffaele Polo sul giornale “Nuovo QUOTIDIANO Puglia” il giorno 1 novembre del 2003 sia assolutamente ineccepibile e di cui lo ringrazio ancora e che riporto.
Messaggi : Raffaele Polo (Quotidiano) - Luciano De Crescenzo – Marcello Veneziani – Adolfo Scalfati
Mariotti Sovrintendente Rossini Opera Festival – Franco Arceci portavoce sindaco Pesaro
Benedetta Di Rienzo poetessa di L’Aquila







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PENSIERO

PREFAZIONE
Quanto ho scritto ha le radici nella mia vita vissuta e nelle particolari esperienze provate vivendo vicino a tre personaggi straordinari che hanno spezzato la mia corazza scientifica. Grazie a loro mi si è aperta una finestra su un mondo da cui mi è giunta la luce di quella parte di Verità che la Scienza non mi poteva ne potrà mai dare a nessuno. Sono state tre meteore potenti che, nota la mia pigrizia a muovermi, sono cadute per “Caso” proprio nei dintorni della mia abitazione. Il loro nome è don Elia, Flavia, mia moglie, e Rita Cutolo che ha il dono carismatico della guarigione. Inizialmente pensavo di scrivere due libri diversi, il primo relativo ad esperienze personali di vita assolutamente straordinarie ed il secondo come interpretazione dei suggerimenti per la vita dedotta dalle esperienze che la Scienza mi aveva riservato. Ma non potevo nel secondo libro sostenere alcune tesi senza riportare onestamente per intero le loro cause procurate dallo scossone soprannaturale che mi aveva colpito. Ho deciso quindi di farne un unico libro avvertendo il lettore che la seconda parte è strettamente connessa alla prima dove i fatti sono stati riportati secondo verità.
Dal bombardamento diciamo così “casuale” di queste tre meteore delineatesi nella mia vita in sequenze temporali precise, ho avuto segni al di fuori di qualsiasi spiegazione scientifica che mi hanno portato ad aprirmi, all’inizio con una certa riluttanza orgogliosa, poi con molta umiltà, verso quel mondo che sta fuori dal recinto della Scienza e dove anche il “Caso” non può più considerarsi tale. Dato che sono cattolico, a chi eccepisse che potrei essere meno obiettivo rispetto al soprannaturale di quanto non lo sia uno scienziato non credente, rispondo che non posso negare di essere sempre stato un cattolico praticante ma, con altrettanta obiettività, dico che nel corso di queste straordinarie esperienze qualcosa mi ha cambiato, paragonabile ad una immaginaria scarica elettrica che mi ha destato alla vita mostrandomi la differenza tra il torpore e la veglia, tra l’abitudine e l’ardore, tra la routine e la passione, tra la forma e la sostanza. Prima vivevo il mio stato di cattolico annebbiato dalla pigrizia dell’abitudine e senza particolare attenzione all’incredibile Mistero che ci circonda, senza appassionata partecipazione e sicuramente senza la forza della “vera” fede. Anzi, direi con quel distacco concreto che la mia formazione scientifica mi imponeva. di chi fa certe cose, come andare in chiesa la domenica, unicamente perché da sempre è stato abituato a farlo, senza particolare attenzione all’incredibile Mistero che ci circonda, senza entusiastica partecipazione e sicuramente senza la forza della “vera” fede. Anzi, direi con quel distacco concreto che la mia formazione scientifica mi imponeva, spingendomi a fare sberleffi di ipotetici e fantasiosi eventi soprannaturali non spiegabili razionalmente e di cui, qualche volta, avevo sentito parlare. Non avevo ancora incontrato le mie tre “meteore” … Oggi invece sento quella brezza piena di segni che, pur lasciandoci la libertà di ignorarla, mormora messaggi particolari a ognuno di noi. E’ stata la terza meteora a suggerirmi il titolo di questo libro, da lei mi è giunta la stimolazione a guardare con rispetto ma con distacco la mia cara Scienza per rafforzare la mia inizialmente tiepida fede e intravedere le impronte di Dio nel creato. Proprio seguendo questa brezza, da me chiamata “il soffio del Dio Nascosto”, che Scienza e Fede si amalgamano nell’urna sacra della VERITA’, quella verità che orgoglio ed arroganza negano a priori con il pretesto artefatto che Scienza e Fede siano inconciliabili.
E proprio perché è VERITA’, ovunque essa si manifesti va testimoniata senza se e senza ma, con comportamenti poco politically correct quando necessario, e con quel coraggio che nasce dall’Amore per chi domina il Mistero ed il mondo.
Chi cerca Cristo senza ipocrisie non lo cerchi nelle grandi cattedrali o alle messe di mezzogiorno dove lo sfoggio delle pellicce e dei capi di moda spegne quel soffio. Chi cerca Cristo, lo cerchi nel silenzio, là dove qualcuno porta già la croce, là dove la sofferenza fisica e spirituale purifica ed espia i peccati del mondo, là dove i martiri di sempre sono nascosti nella loro sofferenza.
Ho avuto la fortuna di sentire nella missione di guarigione di Rita e presso i suoi malati quella brezza particolare che tanti pensieri mi ha suscitato, invogliandomi a riportarli in questo libro per dare conforto e speranza a chi ne ha bisogno ma anche per tentare di aprire gli occhi a chi troppo spesso guarda senza vedere mai.
Una parte del libro è anche dedicata alla straordinaria fenomenologia solare che nell’estate del 2011 ha circoscritto il mondo di Rita con un’aureola di eventi tanto visibili quanto inspiegabili.
Alcuni di essi forse anche presagio della tragica morte del suo figlio maggiore Luca, altrettanto umile, generoso e compassionevole, avvenuta in data 23 dicembre 2011. Questa fenomenologia compiutasi sia in casa di Rita che sul Monte della Croce e nel luogo in cui Rita oggi opera, oltre ad essere raccontata e testimoniata da chi l’ha vista ad occhio nudo, è stata ripresa da fotogrammi e telecamere su cui è anche registrata la voce degli spettatori presenti.
Lì dove opera Rita vivono in simbiosi sofferenza e carità, aghi di una bussola orientata al cielo da cui giunge il soffio di Dio, il profumo dei santi e degli angeli ad accompagnare il popolo della sofferenza che con la fede e la croce scala quotidianamente il suo calvario.
Ringrazio Rita, cui devo anche il titolo di questo libro, ringrazio tutte quelle persone che mi hanno ascoltato e consegnato le loro testimonianze di guarigione documentate da supporti cartacei indiscutibili, sui quali è fondato l’intervento televisivo di esponenti della medicina ufficiale che hanno confermato le guarigioni pur ammettendone l’inspiegabilità dal lato medico-scientifico.
Un ringraziamento particolare ad Andreana Piscopo, amica di Rita e mia, alla cui competenza mi ero rivolto per la rilettura e le correzioni necessarie al mio testo. Dico ero perché la scelta era stata consigliata solo dalle sue capacità professionali, ma è accaduto che quando lei ha letto il capitolo 7 relativo ai sogni premonitori mi ha inviato una mail confessandomi il sogno che aveva avuto circa 15 giorni prima che morisse Luca, il figlio maggiore di Rita e fino ad allora tenuto segreto. Se non mi fossi rivolto a lei questo sogno che poi ho riportato nel cap.4, non sarebbe mai venuto alla luce e non avremmo capito l’importante significato delle ultime parole di Luca.
Il mio ultimo e più importante grazie va a quella “mano” che vidi da bambino e che mi ha guidato in questi ultimi anni dentro un dedalo di avvenimenti straordinari e di coincidenze senza staccarmi dalla mia amica Scienza ma dando invece un importante significato al mio vissuto. La mia povera fede, di cui non ho più merito dopo quanto accadutomi, forse mi ha fatto esprimere qualche concetto in modo non umile e forse perentorio ma questo deriva anche dal mio passato di docente di verità scientifica. Ma quando soffia vicino la brezza del Dio Nascosto si perde un po’ la testa delle buone creanze perché si vorrebbe solo che la respirassero tutti.
GIUDIZIO DEL PROF. PIETRO MAGNO
Dall’editore Schena, cui avevo proposto di pubblicare il mio libro PENSIERO, ricevo :
Pesaro 24/3/2014
Gentile prof. Grianti,
le invio il giudizio del suo lavoro espresso dal Direttore della nostra Collana di Filosofia Sapientia, prof. Pietro Magno.
Come potrà leggere, il suo lavoro è stato ritenuto consono alla pubblicazione, quindi sta a lei decidere se entrare a far parte della nostra squadra.
Resto quindi in attesa di un suo riscontro in merito
distinti saluti
Angela Schena
Gentile Angela,
Le invio il mio giudizio su Grianti, una figura indubbiamente singolare
come il suo lavoro dal titolo Pensiero.
Interpretazione di impatto personale sul tema del rapporto tra Scienza e
Fede, che culmina in una disanima di natura scientifica e filosofica, pur se
preceduta da un’ampia parte narrativa.
Sarebbe un modo originale per rendere ancora più varia la Collana
“Sapientia”.
Un caro saluto
Pietro Magno
LETTURA E GIUDIZIO SU FRANCESCO GRIANTI, PENSIERO
Francesco Grianti è un fisico apprezzato, è anche divulgatore a livelli televisivi e si serve delle sue personali esperienze, dei suoi incontri, degli eventi inspiegabili che hanno sempre più rafforzato in lui la convinzione di credente e di cristiano.
Lavoro quindi del tutto personale, ma non nel senso di una specie di
confessione sul tipo di quelle di Sant’Agostino, anche se non è trascurabile
nel contesto una tale impostazione, ma in quanto affronta le varie
questioni con una scelta del tutto soggettiva e, indubbiamente, di forte impatto.
Infatti il lavoro si divide in due parti del tutto opposte, pur se la
spinta a comporle (e questo giustifica una simile scelta a dir poco singolare) è sempre data dalla visione trascendente e “spirituale” dell’universo e dell’ uomo visto quale essere pensante e quindi in grado di creare, anche se in maniera imperfetta, come chi lo ha creato.
Una prima, quella più discorsiva, più facile a leggere e a seguire, più
vicina a un taglio di cronaca, di cui il nostro autore è stato uno degli animatori.
Egli descrive le vicende di spiritualità e di preveggenza, riguardanti un sacerdote, don Elia Bellebono; la moglie stessa di Grianti è coinvolta inspiegabilmente dalla presenza in sogno di padre Pio, e la guaritrice Rita Cutolo.
Fino qui quindi siamo a livello di narrazione. Si può credere o meno a
tanti eventi straordinari e miracolosi, tuttavia si deve riconoscere la
capacità di catturare il lettore del Grianti.
Nella seconda parte invece subentra lo scienziato / filosofo che si
sofferma, come dicevamo, sul rapporto tra scienza e fede.
Tratta di fisica, di evoluzionismo, di big-bang, di buchi neri, dei grandi scienziati del passato, della seconda legge della termodinamica, cita Leopardi e Montale, Ungaretti e Tolstoi.
Gli argomenti scientifici attirano, per come sono svolti, forse più della
stessa parte narrativa, almeno chi è interessato alla speculazione.
E il tutto viene svolto nella prospettiva di una visione dell’esistenza e
del cosmo, voluta e guidata dal Dio creatore, come è riassunto nella pagina finale:
“Da scienziato rispondo che le Leggi Fisiche, pur se dominano la materia e la radiazione sono immateriali e preesistevano al Big Bang altrimenti non si sarebbe potuto formare questo tipo di universo in cui viviamo, né l’uomo né l’evoluzione darwiniana avrebbero potuto crearne una e finché questo universo esisterà esse domineranno materia ed energia in esso contenute con le loro caratteristiche di UBIQUITÀ ed ETERNITÀ, la firma di Dio con i suoi nomi sul creato”.
Naturalmente approfondirò le tematiche trattate nella mia introduzione al testo, qualora si deciderà di pubblicare.
PIETRO MAGNO
LETTERA DEL PROF PIETRO MAGNO
